Le statistiche ci dicono che circa il 30% dei giovani da 0 a 18 anni presenta problematiche della sfera sessuale e riproduttiva. Il compito del bravo pediatra è anche quello di scoprire eventuali patologie urogenitali già nei primissimi anni di vita e di seguire lo sviluppo maschile anche nella fase puberale. In passato la soppressa medicina scolastica aiutava il pediatra in questo delicato compito di controllo dei ragazzi; altrettanto utile era la funzione della visita medica che tutti i maschi eseguivano per svolgere il servizio di leva obbligatorio a 18 anni in occasione dei “tre giorni”.
È proprio nella fase puberale che il giovane maschio inizia a non sentirsi più un bambino, a essere maggiormente autosufficiente e spesso a sfuggire al controllo del proprio pediatra. Ecco che oggi il futuro uomo corre il rischio di non avere un controllo medico proprio il quel delicato spartiacque che è il periodo di passaggio dall’infanzia all’adolescenza e nemmeno a sviluppo ultimato. Abitualmente lo sviluppo puberale inizia tra i 9 e i 14 anni, mediamente a 11 anni, e la sua conclusione è sotto l’influenza di fattori genetici, ambientali, nutrizionali. Nei maschi i primi segni di sviluppo sono annunciati dall’aumento di volume dei testicoli cui segue l’aumento delle dimensioni del pene e dello scroto; successivamente inizia la maturazione della peluria in sede pubica e infine in sede ascellare. Molte patologie andrologiche dell’adulto hanno origine, o si manifestano, proprio durante lo sviluppo puberale: il varicocele, la fimosi e il frenulo breve, il criptorchidismo (testicoli ritenuti), il ridotto sviluppo dei genitali (ipogonadismo). Tutte queste condizioni possono avere ripercussioni negative sulla sfera sessuale, di relazione con gli altri e riproduttiva.
Una semplice visita di prevenzione uro-andrologica permette di riconoscere nei tempi giusti eventuali problematiche che potranno essere brillantemente risolte garantendo ai ragazzi un sereno futuro.