Il tumore della prostata è la più frequente neoplasia dell’uomo con una incidenza del 12%. La biopsia prostatica è l’unico esame in grado di darci una diagnosi di certezza di tumore prostatico cosa essenziale per poter offrire al paziente il miglior trattamento possibile. Il prelievo di campioni di tessuto da sottoporre ad indagine deve quindi essere il più preciso e attendibile possibile evitando la possibilità di una risposta “falsa negativa” che è causata da un prelievo di tessuto eseguito non precisamente nella zona sospetta.
Fino a pochi anni fa la biopsia era indiscriminatamente eseguita in tutti i pazienti con valore di PSA alterato (maggiore di 3-4) oppure in caso di noduli sospetti rilevati con la visita prostatica o con un esame ecografico. La procedura prevedeva l’esecuzione di multipli prelievi bioptici sotto guida ecografica, in anestesia locale (molto fastidiosa) o meglio in sedazione, cercando di coprire l’intera superficie della ghiandola. Più lavori scientifici affermavano che maggiore era il numero di prelievi e maggiore era la possibilità di fare diagnosi di tumore: si arrivava a fare oltre venti prelievi! L’attendibilità dell’esame non era poi così brillante (circa il 60%): è facile comprendere che in caso di prostate molto grandi era quasi impossibile eseguire una buona campionatura dell’intera ghiandola. Nella pratica, in caso di negatività, restava il dubbio di una risposta falsa negativa; che non si fosse riusciti a “beccare” il tumore e allora, nel timore di una ritardata diagnosi, non era infrequente la necessità di ripetere l’esame due-tre volte specie se il PSA si manteneva con valori alterati e con un numero ancora più elevato di prelievi.
Molto è cambiato negli ultimi anni e nel campo dell’imaging con il perfezionamento della Risonanza Magnetica Multiparametrica della Prostata che attualmente rappresenta la miglior indagine non invasiva. Questo esame prende in analisi molteplici parametri relativi alla prostata morfologici, funzionali e metabolici (da qui la definizione “multi-parametrica”) arrivando a segnalare la presenza di zone sospette e di classificarle, in base al grado di sospetto, in cinque gradi (Pi Rads) con una attendibilità di oltre il 90%.
- PI RADS 1 – Rischio molto basso: è altamente improbabile la presenza di un tumore clinicamente significativo
- PI RADS 2 – Rischio basso: è improbabile la presenza di un tumore clinicamente significativo
- PI RADS 3 – Rischio intermedio: la presenza di un tumore clinicamente significativo è incerta (50%)
- PI RADS 4 – Rischio alto: è probabile la presenza di un tumore clinicamente significativo
- PI RADS 5 – Rischio molto alto: è altamente probabile la presenza di un tumore clinicamente significativo
Grazie alla RM Multiparametrica tante biopsie inutili sono state risparmiate e grazie a questo esame ora la biopsia prostatica trova indicazione solo per i noduli sospetti con PI RADS 3, 4 e 5. Ma la cosa realmente innovativa è che in base all’esame RM Multiparametrica è ora possibile eseguire una biopsia precisa e mirata direttamente sul nodulo sospetto con la metodica della BIOPSIA FUSION.
Si esegue una ecografia prostatica transrettale, con il paziente sdraiato sul fianco, e tramite un apposito software si fondono (fusion) le immagini ecografiche con quelle dell’esame RM e si ricostruisce la ghiandola in 3D localizzando il nodulo sospetto. A questo punto, con un poco di anestesia locale e sotto guida ecografica si procede al prelievo di 3-4 campioni di tessuto, usualmente solo nella zona sospetta, come se fosse un bersaglio da colpire. Se la fusione spaziale è avvenuta in modo preciso, i prelievi bioptici risulteranno perfettamente centrati all’interno delle zone sospette identificate dalla Risonanza.
L’esame non è doloroso e ha una durata di circa 30 minuti. Dopo la biopsia il paziente viene tenuto in osservazione per ulteriori 30 minuti, solitamente fino a minzione spontanea del paziente. Gli importanti vantaggi che si possono riscontrare effettuando questa procedura sono:
- alta sensibilità e diagnosi più accurata
- mappatura 3d delle biopsie
- minor rischio di complicanze
- meno prelievi e più precisi
I rischi della procedura sono estremamente rari e minori di quelli della biopsia tradizionale. Essenzialmente di natura infettiva (infezione delle vie urinarie) e di natura emorragica (sanguinamento dall’uretra – emospermia- sanguinamento rettale) usualmente transitori. Per poter effettuare la BIOPSIA FUSION è necessario:
- Effettuare e portare con sé in visione la RMmp della prostata
- Eseguire clistere evacuativo la mattina stessa della procedura.
- Sospendere terapia anticoagulante – antiaggregante secondo indicazione del proprio curante.
- Iniziare terapia antibiotica di profilassi il giorno prima della procedura.
- Il paziente deve rispettare un digiuno di 6 ore da solidi e liquidi, qualora sia prevista la sedazione.
La nuova tecnica di biopsia prostatica BIOPSIA FUSION ha rivoluzionato il percorso diagnostico nei pazienti con sospetto tumore della prostata. La sensibilità della BIOPSIA FUSION (ovvero la capacità di riconoscere la presenza di un tumore) è estremamente elevata e pari al 90%. Rispetto ai casi falsi-negativi (ovvero di biopsie risultate negative in pazienti affetti da cancro prostatico) il risultato della BIOPSIA FUSION ha un valore inferiore al 10% nettamente minore rispetto alla sorpassata biopsia eco-guidata che ha un valore del 30%.